Perchè non spero di tornar giammai / Perchè non spero / Perchè non spero di tornare / Desiderando il dono di questo e le opportunità di quello / Non anelo di anelare cose tali / perchè dovrei rimpiangere / il potere svanito del regno usuale? / Perchè non spero di saper giammai / la gloria inferma dell’ora positiva / Perchè non penso / Perchè so che non saprò / L’unico vero transitorio potere Perchè non potrò bere / Là dove alberi fioriscono, e fonti sgorgano poichè non c’è pi.ù nulla ormai…
Sono i primi versi di Ash Wednesday, poema in sei stanze considerato la testimonianza della conversione al cristianesimo di Thomas Steam Eliot, drammaturgo, saggista, poeta statunitense naturalizzato britannico.
Quella di Eliot è una lunga meditazione religiosa sul tema dell’umiltà, piena di speranza della salvezza dell’uomo in un mondo privo di fede. Il primo verso, richiamo alla nota ballata di Guido Cavalcanti, viene ripetuto più volte nel componimento e testimonia la volontà del poeta di volgere le spalle al mondo attraverso il messaggio del Mercoledì delle Ceneri. Eliot porta il lettore attraverso le fasi della sua fede; inizialmente senza speranza, ossessionato dai suoi errori e dall’incapacità di accettare completamente Dio nel proprio cuore. Principale preoccupazione è la propria salvezza in un’era piena di incertezze ma, nel contempo, trova la fede attraverso il logorio spirituale.
Nel poema – scrive il critico Marco Testi – Eliot riesce a manifestare con frammenti provenienti dalle Scritture, da Dante, dai metafisici, dal mito, la coesistenza del divino e dell’amore nella società moderna: il momento della penitenza diviene la riappropriazione della speranza e dell’amore, non mortificazione fine a se stessa. Composta fra il 1927 e il 1930, Ash Wednesday è un’allegoria sul peccato e senza dubbio la più personale delle poesie di Eliot.
S.Eliot nasce nel 1888 a St.Lous, Missouri. Trascorre gli anni della gioventù fra il Midwest e il New England laureandosi adulto in filosofia ad Harvard. Comincia quindi a studiare Dante, la lingua italiana, i metafisici ed i simbolisti francesi dando alla sua formazione un taglio classico ed antiromantico. Grazie ad una borsa di studio giunge in Europa, prima ad Oxford, poi in Germania ed in Francia. Lo scoppio del primo conflitto mondiale lo riporta in Inghilterra dove conosce e frequenta Joyce, Yeats ed Ezra Pound, che lo incoraggia a dedicarsi alla poesia. Lavora come direttore editoriale presso la Faber and Faber; di questi anni è anche il suo matrimonio con un’artista, Vivian Haighwood. Ma l’unione sarà una tragica esperienza per via della malattia fisica e mentale di Vivian, che verrà internata in un ospedale psichiatrico per il resto della sua vita. L’esperienza drammatica porta lo stesso Eliot vicino al collasso nervoso e a sottoporsi a lunghe cure in una clinica svizzera.
Qui inizia a comporre The Wast Land (La terra desolata), poema in versi intensamente drammatici. L’opera, revisionata anche da Ezra Pound, riceve attacchi violenti da parte della critica ma, per la tecnica innovativa ed il pessimismo di cui è intrisa, si rivela fondamentale nel panorama della poesia moderna. Eliot, con la visione devastante della civiltà contemporanea e la descrizione della sterilità e del vuoto di valori che la pervadono, si impone come il maggiore rappresentante del Modernismo.
E’ del 1927 la sua conversione al Cristianesimo; viene accettato nella Chiesa Anglicana e si dichiara classicista in letteratura, monarchico in politica, anglocattolico in religione, venendo subito bollato come reazionario. Continua a comporre poesie di carattere religioso che culmineranno nel poema Ash Wednesday.
La più nota delle sue opere sarà però Murder in the Cathedral (Assassinio nella Cattedrale), del 1935, sull’assassinio di Thomas Beckett; seguiranno altre opere teatrali ambientate tutte in epoca moderna.
Nel 1948 è insignito del Premio Nobel e riceve il prestigioso Ordine al Merito per il contributo all’evoluzione della poesia moderna.
Se prima della conversione Eliot ci dà un’immagine di un mondo privo di significato e spiritualmente disorientato, sia pure nell’inquietudine e nell’ansia trova speranza e risposte. Come tutti i Poeti della guerra, lo scrittore sente la necessità di un linguaggio diverso e, grazie all’influenza di Dante e degli stilnovisti, dei simbolisti e dei metafisici da lui riportati all’attenzione della critica, i suoi versi rompono radicalmente con la tradizione georgiana e vittoriana esprimendo l’incertezza dell’epoca attraverso forme sperimentali complesse.
Attraverso un linguaggio scabro e quotidiano, scrive Rosa Anna Rizzo nei suoi studi di Letteratura anglo-americana, crea ritmi ed immagini corrispondenti alle tensioni e alle angosce dell’uomo modeno e cerca di trasporre poeticamente pensieri precisi, fluttuanti ed evasivi a un tempo.