Eh sì, siamo arrivati alla primavera e il miracolo della vita si rinnova ovunque… Anche su quella parte della costa calabra dove affiorano piccoli cadaveri uno dietro l’altro.
Avrei troppa voglia di cambiare disco, di non cadere – come tra poco farò – nelle solite, drammatiche considerazioni purtroppo così vere e così tarde a morire.
Qui non si vede il giorno, la notte polare è “zucchero” davanti al buio che ci circonda. Buio tossico, che fa finta di preparare programmi, tanto illusori per il popolo quanto sicuri per la “casta” e per i suoi adepti: tutti quei poveri ricchi che piangerebbero lacrime amare senza il quotidiano bagnetto nei dollari, come Paperon de’ Paperoni. Ma quanto potrà durare la pazienza di chi ha fame, e non tanto per dire, di chi ha figli da far crescere e studiare, di chi è disperato e pronto a tutto? Può essere mai che le sanatorie esistano, siano visibili a tutti ma siano così abilmente evitate da chi potrebbe porle in essere? Come se al timone del mondo ci fossero solo persone cieche deputate a guardare i mari e scegliere le rotte da seguire.
Che fare, che dire, dove rifugiare il pensiero e l’anima per allentare un po’ la stretta che si sente alla gola nonostante si faccia parte di quel tipo di gente che, tutto sommato, la “pappa” se la può permettere e forse qualcosa in più.
Assumiamo ancora una volta la posizione commovente di chi aspetta un miracolo. Ma è duro seguitare a riporre fiducia in un qualcosa che già in premessa mostra la corda.
Quei timonieri di cui si diceva stanno dirigendo l’umanità contro scogli irti e insormontabili, preludio di conflitti epocali e, forse, definitivi. Nessuno realizza che andrebbe sfoderato quel coraggio condiviso capace di far cambiare subito e realmente la rotta generale.
Così, mentre proseguiamo nella totale incapacità, scegliamo di rifugiarci nei miracoli della natura ed a lei chiedere consolazione cantandone le lodi sull’esempio di Francesco, pensando alla sua ben giusta difesa e riprogrammazione. Ma Francesco è stato soprattutto il santo che ha indicato agli uomini la beatitudine della povertà. Tale e quale ai potenti dei nostri giorni o, meglio, di ogni tempo. Solo che oggi, in era superevoluta, mentre sfidiamo davvero il Creatore in ogni direzione, è incredibile assistere alla fame di più di due terzi dell’umanità. Ostinati nel non voler trovare quella soluzione mondiale condivisa e sostenuta da tutti i governi, per frenare questo scempio totale di tante creature come noi che si affidano al mare per scappare in modo irrefrenabile, pur sapendo di poter fare con facilità la penosa fine cui stiamo tutti assistendo.
Ci siamo dentro anche noi, che lasciamo al qualunquismo di massa il compito di disinnescare un congegno che può realmente farci saltare tutti per aria. A meno che, per stare con G.B. Vico, non sia davvero giunta l’ora che ciò avvenga.