Tempo fa mi è capitato sotto gli occhi un articolo che parlava del contagio sociale, cioè del fatto che tra amici, o comunque conoscenti, le percezioni, le opinioni ed i comportamenti sono influenzati fortemente dalla pressione che il gruppo esercita sui singoli componenti…e guai a pensarla diversamente! Si rischia la gogna ed il pubblico ludibrio, si diventa controcorrente rompiscatole nel migliore dei casi. Questo meccanismo è sempre esistito, ma mai come oggi,amplificato dai media e dai social, per cui accade che una normalissima foto di famiglia diventi importante reperto storico, che un qualsiasi casalingo e modesto scrittore della domenica sia osannato più di Manzoni e Calvino..tutto è meraviglioso, bellissimo, e fermiamoci qui perché gli adulatori de noantri non conoscono altri aggettivi qualificativi.
Per tornare a bomba, affrontiamo i fenomeni di gruppo di questo inizio secolo, abitudini prive di qualsiasi motivazione, ma universalmente adottate, nonché alquanto stucchevoli.
Sono sotto i nostri occhi : chi di noi non è uscito stremato da una sala cinematografica dopo due ore e passa di film? Le pellicole di breve durata sono percepite come mediocri, povere e risicate, mentre la lunghezza è invece sentita come garanzia di un capolavoro. Eppure ci sono film corti bellissimi, pieni di ritmo e di magia, mentre, all’opposto, non si contano pellicole sbrodolate, veri pipponi prolissi e inconcludenti, che magari, abbreviati, avrebbero sicuramente guadagnato in senso e mordente.
E’ un po’ come l’altezza della gente, ritenuta ormai una dote indispensabile, per non parlare della magrezza, senza la quale non si va da nessuna parte, tantomeno a fare la semplice commessa in un negozio di vestiti. Sembra indiscutibile che gli individui capaci ed intelligenti siano tutti alti e magri, perciò realizzati e felici, mentre i grassottelli sotto il metro e settanta sono destinati ad una totale disperazione.
E le feste? C’è gente che comincia con gli auguri 15 giorni prima di Natale, così si avvantaggia, dandoti un falso senso di sollievo, così non ci pensi più…errore! perché, implacabile, passata la Vigilia, rispunterà per il 25 e poi pure per il 26, con la giostra delle vignette, renne, canti e nevicate.
Diciamo che lo facciamo tutti, chi più chi meno, per esempio siamo tutti sulla giostra dei compleanni. Chi ha molti amici è impegnatissimo tutto l’anno a fare bella figura, ma prima o poi, precipiterà in qualche svista, dimenticherà le date, farà regali improbabili o ripugnanti, si scuserà, e, dopo tanta fatica, otterrà forse il perdono dell’offeso
C’è una parola dimenticata o usata più che altro per indicare, con malcelata disapprovazione, lo stile di vita dei solitari, di chi non partecipa all’orgia sociale…la parola è ‘sobrietà’, che il vocabolario spiega come ‘fare uso di un misurato buon gusto’.
Ma cos’è il buon gusto? Ahi, ahi, attenzione! E’ una domanda a risposta multipla…
Vostra devota Lucia Pompei