La vita è meravigliosa di Frank Capra con James Stewart, Donna Red, Lionel Barrymore, Henry Travers.
A un’ottantina di km da Palermo, alle falde del monte Triona sorge un piccolo comune di poco meno di cinquemila abitanti, Bisacquino, oggi rinomato per una varietà di cipolla rosata, molto dolce e morbida, che può raggiungere anche il peso di un chilo. Ma perché parlare di questo paesetto? Semplice: perché si avvicina Natale e a Bisacquino nacque il regista che più di ogni altro ha saputo incarnarne lo spirito in un film celeberrimo, La vita è meravigliosa, che non a caso ogni anno in questo periodo ci viene riproposto in tv.
Noi conosciamo questo genio del cinema come Frank Capra, ma col nome italianissimo di Francesco Rosario Capra nacque in quest’angolo di Sicilia nel 1897. Emigrato con la famiglia in America all’età di cinque anni, dopo aver svolto vari mestieri, divenuto ingegnere, arruolato nell’esercito americano e poi congedato per motivi di salute, facendo per caso la comparsa, si avvicinò al cinema. Divenuto regista, ci ha lasciato capolavori come Accadde una notte, E’ arrivata la felicità, Orizzonte perduto, L’eterna illusione e lo spassossimo noir Arsenico e vecchi merletti. La sua vita sembra quasi un suo film: un povero emigrante “fattosi da sé” diviene una star internazionale tanto da essere il primo regista il cui nome compaia “sopra il titolo” del film, a rivendicarne anche il completo controllo su tutto il processo di produzione.
Sulle sue opere non sempre la critica è stata concorde: si passò dall’etichettarle come un’edulcorata e semplicistica rappresentazione della vita fino ad approfondirne l’analisi scoprendo che il famoso lieto fine dei suoi film appare spesso come una forzatura stonata, tendente a rendere accettabile, attraverso il sogno, una società sostanzialmente ingiusta e prevaricatrice, cui forse si può tentare di resistere solo con la fatica dell’onestà. I personaggi dei suoi principali film si assomigliano un po’ tutti: protagonista è spesso un uomo qualunque, semplice, un po’ goffo e impacciato, che si trova suo malgrado a combattere contro immoralità e corruzione per difendere i propri affetti o la comunità in cui vive.
Così anche George Bailey, protagonista de La vita è meravigliosa in tutta l’esistenza ha messo sempre da parte le proprie aspirazioni per aiutare amici e parenti in difficoltà. Giunto alla maturità, sposato felicemente con la ragazza da sempre amata, per una serie di disavventure si trova sull’orlo del fallimento. Non vedendo alcuna via di uscita, convinto forse che con la sua morte l’assicurazione potrà in parte sostenere la moglie e i quattro figlioletti, decide di farla finita proprio la sera della vigilia di Natale. A questo punto interviene a salvarlo il suo angelo custode, Clarence, che in realtà è un angelo di “seconda categoria” perché non si è ancora meritato le ali e per conquistarsele deve riuscire a fare in modo che George si innamori di nuovo della vita. Clarence mostra così al suo protetto come la sua esistenza e le sue azioni abbiano determinato la felicità di tanti suoi amici e della sua famiglia, per cui , pentitosi del suo proposito suicida, George torna a casa felice di quello che comunque ha. Lì lo attende una lieta sorpresa: tutti quelli cui ha fatto del bene arrivano in suo aiuto e lo salvano dai guai. La scena in cui George corre verso casa sotto la neve gridando felice il suo buon natale a tutti è storia del cinema, così come il finale in cui il suono di una campanella annuncia che un angelo, in questo caso Clarence, ha finalmente ottenuto le ali.
Film di Natale per eccellenza, dunque, anche per quel buonismo che lo pervade dall’inizio alla fine, ma che proprio in momenti dolorosi come quelli attuali, in cui parole come guerra e morte prevalgono su vita e pace, vale la pena rivedere, magari anche commuovendosi come bambini. In tv attualmente su Sky cinema e on demand.
A proposito… Buon Natale a tutti!