Con vivo disappunto ho appreso che non è più possibile accedere alla parte superiore della nostra Cattedrale, cosa che noi teramani abbiamo fatto da tempo immemore, nel mio caso, ahimè, da almeno 70 anni. Le nostre autorità religiose hanno deciso di tornare ad una pratica antica e sempre in vigore, cioè riservare il presbiterio, che è la zona dell’abside e intorno all’altare, al solo clero, escludendone i fedeli.
La regola esiste, ma evidentemente non tutti l’hanno applicata, appunto, da decenni, perché il presbiterio del nostro Duomo altro non è che una seconda chiesa, edificata nel XIV secolo, cioè quasi due secoli dopo la prima, e per questo ha un’ampia estensione, e non ha neppure un abside : in breve, vietarne l’accesso significa dimezzare l’utilizzo degli spazi, senza contare che, nella zona inferiore, la Messa è visibile solo dalla navata centrale, perché altrove pilastri e colonne impediscono la vista .
Praticamente è stata ristabilita una sorta di iconostasi, come nelle chiese paleocristiane, quando, nel ricordo del ‘sancta santorum’, cioè della zona più interna e sacra del tempio di Gerusalemme, si delimitava la zona dell’altare con balaustre, tendaggi, muretti, come ancora si fa nelle chiese ortodosse…tutto ciò è veramente inconciliabile con una chiesa che dovrebbe aprirsi, comunicare, non ribadire regole antiche e divisive. Già da qualche tempo, comunque, nelle Messe solenni, la meditazione e la preghiera vengono, purtroppo, accompagnate da un viavai di concelebranti che spostano libri, portano baldacchini, vestono e svestono il Vescovo di alcuni paramenti sacri, insomma da un cerimoniale decisamente strabordante, pomposo e desueto. Ma torniamo all’argomento : pensate se nell’Abbazia di Westminster fosse vietato accedere alle tombe dei reali d’Inghilterra, che si trovano appunto nella zona absidale, o se nella Basilica Inferiore di Assisi fosse impossibile vedere gli affreschi, anch’essi absidali, di Giotto,Cimabue, Simone Martini!
Infatti spesso i tesori dell’arte custoditi nelle chiese si trovano proprio nel presbiterio, e non occorre ricordare che non sono patrimonio della chiesa, ma dell’intera umanità che, sia pur con orari regolamentati, ha tutto il diritto di visitarli.
Concludendo, i paletti, i divieti non sono affatto adatti al nostro tempo, anche perché oggi le vocazioni sono poche e certo il presbiterio è destinato a restare uno spazio semivuoto, tranne che durante le celebrazioni di Natale e Pasqua, quando però, vista la maggiore affluenza dei fedeli, bisognerà scostare le transenne e togliere i teatrali cordoni di velluto rosso, per evitare che la gente resti fuori, sulle gradinate…
Lucia Pompei