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Ci sono anche imprenditori teramani tra coloro che si sono recati alla fiera Obuv di Mosca che si è chiusa venerdì 29 aprile scorso, sfidando divieti ed anche la diffidenza dei doganieri russi che in aeroporto hanno intensificato i controlli, chiedendo ad alcuni il codice del cellulare, mentre prima del 24 febbraio loro e tutta la popolazione stendevano tappeti rossi ad un Made in Italy “che qui più che altrove veniva osannato”. Francesco Palandrani, presidente del consorzio Atea, che raggruppa 58 aziende teramane, marchigiane ed anche emiliane nel settore del pellame e dell’abbigliamento, è a dir poco angosciato dal 24 febbraio, data di inizio delle ostilità tra Russia e Ucraina: Questo mercato ci forniva l’80% degli ordini e del fatturato e senza lo sbocco ad Est si possono fermare le attività. Già molti addetti sono chi in cassa integrazione chi in ferie forzate e se non si schiarisce l’orizzonte saranno guai seri per noi. 

Inaugurata, presso la sede centrale dell’Izs a Teramo, l’officina farmaceutica che produce con standard di elevata qualità rosa bengala e tubercolina utili a diagnosticare alcune patologie come la brucellosi, o altre patologie zoonotiche trasmissibili all’uomo. L’officina, intitolata a Bernardo Di Emidio, è la migliore non solo d’Italia ma d’Europa osa affermare il direttore Izs, Nicola D’Alterio, che spiega come una sola porta, che si blocca assieme alle altre in caso di pericolo, costi fino a 5 mila euro. 

Le preoccupazioni del territorio sulla scarsità di sportelli bancari e bancomat in provincia di Teramo (che ha un record negativo a livello nazionale), fatte proprie dall’onorevole leghista, Antonio Zennaro, che le ha trasmesse al ministro dell’economia in Commissione parlamentare d’inchiesta, sono state in parte sgombrate dalle stesse dichiarazioni di Daniele Franco. Nella stessa assemblea, infatti, il rappresentante del Mef ha escluso la cessione alla Popolare di Bari di sportelli del Monte Paschi di Siena (Mps) posseduti al Sud: Non vi sono ostacoli, nulla osta, ha fatto intendere Franco che per la banca barese, che ha in pancia la Tercas, dice di serbare grandi progetti per farla diventare la banca del Sud. 

Cantieri e commercio cittadino non vanno sempre d’accordo, anzi talvolta si calpestano i piedi. Con i superbonus, ma anche con altri tipi di lavori, inevitabili per la maggior parte dei casi, aumentano le criticità per un settore già in gravi ambasce per una serie infinita di fattori, ormai. In Piazza Martiri della Libertà, ma anche lungo una buona parte di Via Veneto, alcune attività soffrono del fatto che un cantiere, che occlude Via Comi, ha sbarrato il passaggio da diversi mesi. Gli affari calano fino al 50%.  

In una provincia che mostra carenza di personale turistico non c’è più l’abnegazione da parte dei giovani ad intraprendere il lavoro in questo settore: la denuncia del presidente di Federalberghi-Confcommercio, Giammarco Giovannelli, mette in luce diversi limiti, tra cui anche quelli dei genitori che frenano i loro figli a buttarsi anima e cuore in questo comparto, definito da sempre il vero petrolio italiano. Ma anche di una formazione insufficiente, che a volte sfocia in un “vergognoso” sfruttamento da parte di alcuni datori di lavoro, e di una “drammatica” scarsa conoscenza della lingua inglese. 

Stressati, stravolti, senza sonno per i lunghi turni, con uno stipendio non adeguato e con i conseguenti errori che aprono a risarcimenti milionari. E cresce la mortificazione. I 617 medici della Asl di Teramo, con un’età media molto alta (51 anni) vorrebbero andare in pensione anche domani: lo pensa uno su tre e il 25% è rappresentato da giovani, questo a detta dell’inchiesta dell’Istituto Piepoli su input di Fnomceo. Qualcuno si rivolge alla sanità privata per trovare nuovi stimoli e riconoscimenti pecuniari, gli altri, causa anche il Covid, abbozzano pregiudicando anche di molto i rapporti familiari – dichiara il segretario Fimmg Teramo, Glauco Appicciafuoco – e riducendo la qualità e la quantità della vita privata. 

Biglietti del tram, una cena al ristorante, affitti, palestre, acquisti di immobili, cinema ed altro: Teramo, secondo Facile.it, risulta essere la seconda città più economica dell’intero stivale, dietro solo a Caltanisetta. Una posizione che è stata migliorata negli ultimi tempi, dal momento che il capoluogo occupava il quarto posto. Tutto ciò malgrado le recenti impennate delle bollette, del caro energia, del Covid e della guerra in atto in Ucraina. E nonostante la ripresa dell’inflazione che si sta ripercuotendo assottigliando di giorno in giorno il potere d’acquisto. Del resto in Italia esistono molte piccole città dove la vita è meno cara, che non hanno niente da invidiare alle città maggiori, sia a livello di servizi che di divertimenti, riferisce il sito on line Facile.it che ha stilato la graduatoria rifacendosi a dati Istat.

Scuola teramana sull’orlo di una crisi di nervi. Una vera e propria emergenza per la Flc Cgil di Viale Crispi. Nel prossimo anno scolastico mancheranno ben 859 alunni, il territorio che in regione paga il tributo più alto: Che facciamo, come interveniamo? – si chiede preoccupato il segretario generale, Sergio Sorella – Un problema che si trascina, a causa della denatalità, sin dalla scuola dell’infanzia. 

Sarte, collaboratrici domestiche, metalmeccanici, addetti alla ristorazione e al turismo. Sono questi i primi settori verso cui alcuni profughi ucraini hanno già attivato (o stanno per attivare) un rapporto di lavoro a Teramo e provincia. Hanno tanta voglia di darsi da fare – spiega la vice direttrice Caritas di Via Veneto, Anna D’Eustacchio ma anche tanta voglia di tornare nel loro paese quando la situazione sarà migliorata. 

In altre città d’Italia è già guerra alla transenna selvaggia, quella mobile che dedicata ad uno scopo ben preciso, viene poi relegata, spesso col fai da te, ad altri usi frequentemente personali. A Firenze i cittadini hanno provocatoriamente affisso su una di essa un augurio di buon compleanno: sono ormai tre anni che campeggia abbandonata in pieno centro cittadino senza che nessuno la rimuova. A dire il vero quella che è fissata lungo il parapetto del ponte a catena a Teramo supera di gran lungo il primato toscano: non si serba memoria di quanti anni possa stare lì tra l’altro con una funzione non sua, di mera protezione, inserita in un vuoto formatosi per via di un incidente stradale che aveva provocato lo sforamento di una parte della ringhiera. E quello che in Italia appare una misura momentanea diventa poi permanente. 

A molti appare più un mistero che altro quello dello stanziamento economico sul nuovo ospedale. L’assessore regionale Nicoletta Verì aveva assicurato nella recente visita al dg teramano, Maurizio Di Giosia, l’emanazione di una delibera apposita appena dopo Pasqua, disseminata di spunti economici a corredo. Ma alcuni nicchiano e mostrano perplessità, tra cui il consigliere regionale Sandro Mariani: C’è l’annuncio dell’atto deliberativo ma dove sono i soldi? – si chiede. E continua – Penso che stiano prendendo in giro i cittadini teramani. C’è molto fumo negli occhi, finora ho sentito solo progetti ma nulla di concreto. Vi sono atti ma penso alla fine si voglia solo prender tempo e basta

Otto contratti su dieci sono precari. A Teramo si acuisce l’emergenza del lavoro somministrato che attanaglia sia il settore privato che pubblico. In città e provincia Asl, Izs, scuola e tanti altri enti presentano vulnus che col tempo stanno peggiorando. Giovanni, nome di fantasia, nel suo part time in un’azienda privata di food lavora molto di più delle sue otto ore e la singolarità è che le sue ore di straordinario quasi raggiungono quelle ordinarie. Eppure – dice – devo tener duro perché altrimenti tra qualche settimana non mi confermano il contratto.