Dal 24 febbraio stiamo vivendo la cronaca, dell’aggressione russa e della Resistenza in Ucraina, minuto per minuto. Con profonda tristezza dobbiamo constatare che la storia non insegna nulla, che non è per niente ‘magistra vitae’ e che la natura dell’uomo è sempre la stessa: homo homini lupus inizia in tempi biblici, da quando Caino uccise Abele. E nulla è cambiato.
Tornando indietro nel tempo vale la pena di ricordare la distruzione dei Meli durante la guerra del Peloponneso (416 a. C.) ad opera degli Ateniesi che non potevano tollerare la scelta di neutralità dei Melii nel conflitto contro Sparta . Consiglio la lettura di quel passo mirabile di Tucidide perché, cambiati i nomi, nella sua essenza sembra scritto per la situazione attuale.
Ricordiamoci dei Romani, alcuni secoli dopo, che per esportare la pax romana non esitavano a sterminare popolazioni e distruggere città così che Tacito fa dire a Calgaco, nell’Agricola, ubi (Romani) solitudinem faciunt pacem appellant : creano il deserto e lo chiamano pace. E’ la stessa tecnica adottata già da qualche anno dal moderno ‘lupo della steppa’ che non ha esitato a radere al suolo Grozny in Cecenia, a fare strage in Ossezia e ora in Ucraina. Il ‘lupo’ famelico ha azzannato uno stato sovrano reo di avere scelto l’Occidente e spinto dalla sua prepotenza, memore del suo modello baffuto Stalin fa strage di uomini, donne, bambini senza alcuna distinzione e senza pietà alcuna ( d’altra parte non ho mai visto un lupo famelico selezionare la preda né in una guerra scegliere i bersagli).
E non ha agito diversamente Hitler, con i forni crematori per selezionare la razza e con la potenza militare per dominare l’Europa.
Né sfuggono all’homo homini lupus gli Americani quando sganciano le atomiche a Hiroshima e Nagasaki, quando pretendono di esportare la democrazia in Iraq, in Afghanistan, in Vietnam.
E la Cina? Occupa il Tibet, fa strage di tibetani e li sostituisce con i Cinesi, e ancora la Turchia con il genocidio degli Armeni… la rassegna degli orrori perpetrati dai più potenti è ben più estesa di quel che ho citato ma è sufficiente per aggiungere un’altra frase proverbiale latina: ubi maior minor cessat.
Ci eravamo illusi, noi in Europa che dopo la seconda guerra mondiale si potesse costruire un periodo di pace vera, reale, duratura. In effetti fino a quando non è caduto il muro di Berlino, nel 1989, fin quando cioè ‘la guerra è stata fredda’ perché si sono contrapposte due grandi potenze, abbiamo goduto di una sorta di pace armata ma pur sempre tranquilla: la fine dell’era comunista e la dissoluzione dell’URSS hanno segnato un riaccendersi delle bramosie di potere sul mondo occidentale e se gli USA hanno allargato il raggio di azione della NATO, che è tuttavia un’organizzazione difensiva né mai ha aggredito alcun paese europeo, la Russia ha iniziato a sognare un ritorno all’antico splendore dell’URSS senza tener conto della volontà dei paesi dell’ex blocco che non avevano nessuna voglia di tornare sotto il giogo della dittatura comunista.
E i vent’anni e oltre dell’autocrazia di Putin hanno portato alla situazione attuale a causa anche dell’indifferenza occidentale: nessuno ha battuto ciglio quando il ‘lupo della steppa’ ha compiuto l’occupazione dell’Ossezia, la distruzione di Grozny in Cecenia, nessuno ha messo paletti quando si è impossessato illegalmente della Crimea, quando ha cominciato a combattere per ottenere il Donbass, quando ha commissionato l’assassinio e l’avvelenamento di giornalisti oppositori … RasPutin ha messo in evidenza la sua anima ‘lupina’ e la sua indole menzognera, come la volpe che blandisce le galline per poi farne strage, dopo una prima fase di apertura all’Occidente che faceva sperare in una vera distensione.
Purtroppo alla luce della storia l’odierna situazione mi rattrista ma non mi stupisce. Mi stupisce invece l’utopia dei ‘pacifisti’: non hanno capito che se il lupo ha fame di potere o cupidigia di fama si ferma solo se la preda si arrende e si lascia sbranare. Non ci sono vie di mezzo né negoziati che tengano a meno che non gli si conceda ciò che vuole: il lupo li rifiuta e dice che la colpa è degli altri, inventa scuse irricevibili per giustificare il suo operato in ogni caso!
E come chiedere al popolo ucraino di rinunciare alla sua libertà, consegnarsi al prepotente e tornare sotto il pesante giogo vetero comunista?
Papa Francesco si sgola dicendo che la guerra è una follia e ha ragione. Dall’altra parte, il suo omologo patriarca Cirillo, dice che la guerra del suo RasPutin è giusta, santa e benedetta: per me ha torto ma aizza le masse e le convince della bontà del comportamento del lupo in nome della Santa grande Madre Russia. Il messaggio di pace di Gesù ognuno lo interpreta e se ne appropria come vuole. Si può costruire la pace se pure i cattolici sono discordi?
Una frase latina forse potrebbe aiutare a trovare una soluzione al conflitto : si vis pacem para bellum. Se vuoi la pace prepara la guerra. Non mi piace la guerra, sia chiaro, ma con i fiori nei cannoni rischiamo di consegnarci al più forte, al prepotente . Potenze ugualmente armate, invece, potrebbero mai provocarsi? Potrebbero mai distruggersi reciprocamente? La guerra dovrebbe tornare ‘fredda’ e dare spazio alla diplomazia per avere un po’ di respiro, almeno in Europa.
Non ho speranza, purtroppo, nella pace diffusa nel mondo perché l’ homo, homini lupus, ubi solitudinem facit pacem appellat et ubi maior minor cessat: ergo, si vis pacem para bellum per tentare di ritardare la conclusione di un ciclo storico millenario ma pur sempre a termine.