di Michael Bay

Due fratelli, diversissimi fra loro, anche per il colore della pelle, cresciuti da un padre criminale incallito, scelgono strade diverse : Danny, il bianco, segue le orme paterne, rapina banche, cerca soldi facili, il nero, Will, è un padre di famiglia, veterano di guerra, una brava persona. Ma un imprevisto li riunisce : Will non ha soldi per un’operazione da cui dipende la vita della moglie, e così accetta di partecipare ad una mega rapina in banca, organizzata dal fratello…. Niente va come architettato, i due ladri si ritrovano su un’ambulanza, con una operatrice sanitaria e un poliziotto ferito, inseguiti da tutta la polizia di Los Angeles, armata fino ai denti.

Il film è una vorticosa fuga tra vicoli, superstrade, e perfino lungo il fiume… nell’ambulanza che corre all’impazzata, con l’esperto Will al volante, si agitano situazioni limite, perfettamente legate da un filo logico e continuamente suscitate dalla tensione emotiva tra i protagonisti. Il poliziotto ferito viene tenuto miracolosamente in vita non solo perché è un prezioso ostaggio, ma anche perché, alla fine, i due rapinatori non sono come il loro padre, l’omicidio non è nelle loro corde, anche se stanno lasciando alle loro spalle una scia di poliziotti feriti, macchine incendiate, disastri di ogni tipo. Il finale è scontato, esattamente allineato alla successione inevitabile degli eventi, ma non importa, quello che conta, in questo magnifico film, è la girandola impazzita delle corse e dei sentimenti, realizzata con scene di grande potenza e dialoghi impeccabili. Lo spettatore ne resta avvinto per oltre due ore, fino alla fine che, contro ogni previsione, ha il sapore della catarsi

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