La scena delle beffe

La scena delle beffe si è consumata nella settimana quirinalizia nei confronti di chi vorrebbe rispettata la Costituzione senza che la si  pieghi a proprio vantaggio, di chi va a votare, ritenendo il voto un diritto – dovere e l’astenersi un  progressivo perderne il diritto, di chi ancora crede che la democrazia dovrebbe essere espressione di una maggioranza che si pronuncia in modo leale, scoperto, chiaro, senza sotterfugi e manipolazioni: lo spettacolo quirinalizio è stato deprimente e inquietante insieme.

I grandi elettori, rappresentanti del popolo, hanno trascorso una settimana a imbucare schede bianche, ad astenersi, a scrivere nomi per gioco nell’apparente attesa di un accordo tra loro per cambiare. Dico apparente perché secondo me era tutto preparato. Qualche dubbio mi era già venuto vedendo nei vari TG gli scatoloni del trasloco, sentendo le notizie sulla nuova residenza del nuovo Cincinnato palermitano, ascoltando i suoi saluti a questo e a quell’organismo statale …

  Non ho visto mai gli scatoloni di Ciampi o quelli di Scalfaro o sentito un Presidente uscente ripetere come un mantra la voglia di pace, di riposo, dell’età e bla bla bla.

 Evidentemente ha consentito egli stesso questo battage. Evidentemente era il modo di preparare il terreno per una sua rielezione perché difficilmente un democristiano di sinistra  lascia campo a qualcuno che non sia della sua parte (magari porge l’altra guancia per essere in pace col Padre Eterno ma la politica è altro). Si è presentato come il Cincinnato palermitano, aspettando che i ‘nemici’ attaccassero, ben costruendo con i suoi adepti la strategia del Niet anticipato a tutti i papabili, anche se fosse stato proposto Gesù in persona. I suoi ‘strateghi’ hanno tenuto a bada il desiderio di Draghi di salire al colle, hanno richiamato all’ordine le truppe PD-5stelle quando c’era il generale consenso sul nome della Belloni…cassata (siciliana) d’ufficio. Dietro-front. Zitti e buoni!

Chi, ingenuamente, voleva il cambiamento – ingenuità imperdonabile in politica- si è  accodato e ha accettato il bis: il potere ha il miele e uscire dal governo significa raccattare le briciole anziché la pagnotta! Il cambiamento fa paura quando hai da perdere qualcosa e allora meglio galleggiare nello stagno! Non c’è bisogno di essere retroscenisti di professione per capire.

Il settennato scorso, nonostante tutti si siano sperticati nelle lodi ( servo encomio) non mi pare sia stato così luccicante di coerenza, di coraggio, di applicazione vera della democrazia per cambiare passo.

In effetti con quel suo fare apparentemente distaccato il Presidente ha messo lo zampino (anzi gli Zampetti) sempre : ha benedetto il monstrum del governo giallo- verde e l’ ancor più mostruosissimo ( vi ricordate gli insulti da denuncia reciprocamente scambiati tra i soci?) governo giallo-rosso, con lo stesso presidente del Consiglio multicolore e nemmeno eletto.

 Per consentire, poi, ai suoi amici di partito di restare in sella, il Nostro ha scomodato Draghi, ha sostenuto un nuovo governo, un’ammucchiata di unità nazionale, con l’impegno, però, di lasciare al proprio posto Speranza, il ministro del disastro Covid e la Lamorgese ministro dell’interno decisamente inadeguato. Perché non cambiarli? La politica non bada al merito ma alla convenienza  …

 E ancora: ha taciuto e non ha mosso un dito di fronte allo scandalo della magistratura, lui che è presidente del CSM! . Complice silente dello sfascio.

 Ora tutto è chiaro. Draghi al colle voleva dire elezioni e la paura di una vittoria del centro-destra atterriva l’establishment presidenziale, voleva dire che molti parlamentari avrebbero perso lo stipendio senza speranza di essere rieletti, voleva dire che gli amici di partito avrebbero dovuto lasciare il comando. E poi stare al Quirinale non è così male!

Cincinnato ha accettato subito la riconferma … senza stupore e senza fastidio. ‘In nome del popolo italiano egli fa questo sacrificio’! Purtroppo non ci credo! Non mi dà fiducia chi non gioca a carte scoperte ma trama nell’ombra per raggiungere i suoi scopi, chi dice per giorni e giorni una cosa e poi ne fa un’altra …

Lo spettacolo è durato quasi una settimana (il sabato di vacanza è sacro!), tutto è rimasto com’era, gli applausi dei parlamentari, durante il discorso del Re, erano per se stessi, per lo scampato pericolo di andare a casa e di perdere il potere, non per la bellezza dello scontato elenco di cose da fare. Retorica senza sostanza!

 La politica così intesa non mi piace!  Vorrei davvero una ventata di aria fresca e pulita ma il CTS sconsiglia: si può favorire una polmonite da Covid … tutti in casa, ZITTI e BUONI!