Antonina e Oscar Tancredi, uniti nella vita e nel cielo

Antonina e Oscar Tancredi, uniti nella vita e nel cielo

Antonina e Oscar Tancredi, uniti nella vita e nel cielo

 

«Sei giorni fa, Oscar Tancredi aveva salutato sua moglie, Antonina. E c’è, pur nel comprensibile dolore del momento, un istante di infinita poesia che il destino ha voluto concedere a due persone che, per tutta la vita, hanno scelto di “viversi” senza separarsi mai. Non potevano restare distanti a lungo. Neanche adesso. “Oscarino” ha raggiunto sua moglie. Per non lasciarla sola, come mai aveva fatto in vita. Signore vero, dai modi garbati, Oscar Tancredi aveva lo stile antico delle persone cresciute coltivando sane letture e nutrendo sempre quel rispetto per le idee e le scelte degli altri, che è la base stessa del vivere civile. Era un uomo d’altri tempi, fiero di esserlo. Un uomo che sa, quanto amare una donna significhi, anche, scegliere di starle accanto»  (Antonio D’Amore, «Certa stampa»)

 

Non avrei voluto mettere sulla carta i sentimenti che si provano quando vengono a mancare persone vicine, nonché genitori di persone conosciute. La cronaca sopra citata ci ha spinto a ricordare una persona meritevole, che lascia ai concittadini insegnamenti preziosi  in questa stagione confusa dalla pandemia e dallo spettacolo deprimente della politica.

Chi non ha incontrato lungo le vie della città questa coppia e apprezzato l’unità coniugale, testimoniata giorno dopo giorno con assoluta discrezione?  «Nella memoria di tanti teramani rimarranno impresse le quotidiane passeggiate per le vie del centro e nei Giardini Gambacorta con la sua adorata Antonina, dalla quale non è riuscito a dividersi» (Ekuo news). Molti potrebbero testimoniare la capacità di ascolto, il sorriso accogliente, la gentilezza niente affatto di maniera, l’attenzione che riservavano volentieri a chiunque incontravano sulla loro strada.

Incontrarli era già una buona notizia: quella di una coppia felice e in pace con se stessa, frutto di un amore fedele. La fede di Oscar e ‘Ninni’ aveva il timbro umile di chi si riconosce inadeguato di fronte ai grandi interrogativi della vita e frequenta i gruppi di ‘famiglie nuove’ cercando di raccogliere da tutti frammenti di vita santa.

Per i teramani Oscar era il “fratello dell’Onorevole Antonio”, che aveva avuto in sorte una carriera importante e che aveva il suo potere in città e non solo. Oscar aveva sempre appoggiato quel fratello ‘importante’ verso cui non nutriva che stima e affetto, senza ombre di quelle invidie che purtroppo spesso distruggono i rapporti fraterni. Temeva invece di essere sovraesposto per il suo cognome, ma quando gli è stato chiesto non si è tirato indietro e ha assunto ruoli pubblici: oltre che assessore al commercio e all’igiene urbana, è stato soprattutto assessore alla cultura con la Giunta Gatti Antonio dedicandosi all’attività politica in modo sobrio, sostanziale. Egli lasciava l’impronta di un uomo  onesto, rispettoso di opinioni diverse, capace di cogliere il positivo degli avvenimenti. Senza rincorrere le passerelle.

Non ci pare sia da sottostimare il suo ruolo di assessore  alla cultura. Più adeguato il ricordo del Sindaco D’Alberto: «La sua scomparsa lascia un grande vuoto. Protagonista di una stagione di rilancio della cultura a Teramo, di cui seppe valorizzare tutti gli spazi espositivi, si è distinto come esempio concreto di quella Politica vicina ai cittadini e dedita all’ascolto del territorio troppo spesso dimenticato»(Certa stampa).

Noi sentiamo un debito di riconoscenza per Oscar, che a suo tempo decise, in solitudine e con una rara autonomia di giudizio, di presentare il libro di Giulia Paola ‘Uguaglianza e differenza. La reciprocità uomo-donna’(1989). Eppure sapeva di  attirarsi qualche critica, anzi di essere palesemente contrastato. Portò avanti l’iniziativa, convinto com’era di dover dare risalto a ciò che gli pareva lo meritasse e che non riteneva giusto che nella città passasse sotto silenzio. Del resto egli anche da semplice cittadino  non mancava di prendere parte alle proposte culturali organizzate in città dalle varie associazioni (anche dalla nostra UPM che sostenne  alla fondazione e al CRP che seguì nelle iniziali attività nazionali e internazionali).

Non parlava molto, ma cercava il modo di dare concreta attuazione a ciò che era possibile realizzare in concreto, tenendo conto delle circostanze, del budget e della cultura del territorio teramano negli anni Novanta.

Fu artefice del rilancio del Premio Teramo invitando nuovi giurati di provata competenza ed esperienza. Organizzò insieme al sindaco Gatti e all’Università il convegno per gli ottant’anni del noto filosofo personalista della seconda metà del XX secolo Paul Ricoeur, che aveva più volte collaborato con alcuni intellettuali teramani del Centro personalista. In quella occasione Oscar ottenne il consenso della Giunta e del sindaco Gatti alla proposta della cittadinanza onoraria in contemporanea con l’università che gli attribuiva il dottorato honoris causa in Scienze politiche.

Renato Pilogallo, un artista di Teatro che amava e ama il teatro e la città, ha opportunamente ricordato che 36 anni fa l’assessore lo chiamò per avere un valido aiuto in vista della stagione teatrale dell’Atam: «Un democratico cristiano- ha scritto – che, nonostante fossi inviso allora come oggi alla sua parte politica di appartenenza, per il bene della città e della sua cultura non esitò a convocarmi privatamente per risolvere un grave problema legato alla perdita della stagione teatrale, causa la chiusura del teatro comunale alla metà degli anni Ottanta… Mi chiese di adeguare il Cinema Smeraldo affinché potesse ospitare le compagnie teatrali. Fino a quel giorno non l’avevo mai incontrato… per me era il solito politico messo lì al posto meno pregiato per la DC, ovvero alla cultura… mi era del tutto indifferente la città e il suo potere. Invece mi stupì questo uomo cortese dai modi pacati… che mi aveva cercato contro il parere dei suoi, ingoiando un “rospo”… sorridente mi disse che non dovevo meravigliarmi…» (vedi https://www.facebook.com/teramoscienza.teramoscienza).

 

Carissimi coniugi, che avete  ricevuto il dono di morire a pochi giorni di distanza, desideriamo assicurarvi volentieri la preghiera e vi chiediamo di fare altrettanto per due obiettivi che vi si confanno: per le famiglie, oberate da problemi e difficoltà di ogni tipo e per i politici che tutti vorremmo richiamare a quei principi di cittadinanza onesta e solidale ai quali anche voi vi siete ispirati.

Ai vostri figli (Carmine e Giuliano) e ai nipoti diretti e indiretti, giovani e adulti, giungano le sentite, affettuose condoglianze

 

Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola

 

Oscar Tancredi