Didone ed Enea
Perché Didone si uccide? Lo sanno tutti : è stata abbandonata da Enea, che deve seguire il suo destino fin sulle coste del Lazio….eppure intorno a lei si intrecciano storie e miti anche molto diversi, a cominciare da Dante, che colloca la poverina nella schiera dei lussuriosi.
Ma la lettura più alternativa e, per questo, più affascinante, ce la dà Nahum Tate, un poeta irlandese del ‘600, autore del libretto d’opera ‘Didone ed Enea’, mirabilmente musicato da Henry Purcell verso la fine del XII secolo. Infatti, in questo capolavoro barocco, Enea decide di violare gli ordini degli dei, e di restare con l’amata,e tutto potrebbe risolversi per il meglio se non fosse che per Didone, presa da un un modernissimo e inflessibile sdegno, ormai è troppo tardi : lo scaccia perché solo ‘ gli ipocriti chiamano cielo e divinità responsabili del fato’.
Enea si allontana, e Didone canta la sua imminente fine tra le braccia della sorella Belinda …’ ora la morte è un’ospite gradita e quando sarò nella terra, i miei mali non destino alcun tormento nel tuo petto. Ricordati di me, ma dimentica la mia sorte!’
E’ l’aria più bella dell’opera, ed anche tra le più famose di Purcell, che è riuscito ad esprimere in musica l’inquietudine di Didone, fin dall’inizio tormentata da oscuri presagi, e, alla fine , la sua dolorosa ma rassegnata accettazione della morte.
Purcell fu definito l’Orfeo britannico, per la sua capacità ineguagliata di accompagnare in musica la lingua inglese, ottenendo effetti di alta intensità drammatica e lirica, brillantemente espressi, al Massimo di Palermo, dal maestro Gabriele Ferro. Molto belle le voci, ed anche le scene, semplici e ridotte all’essenziale, ma di grande effetto, a dimostrare che, per gustare la musica, non è necessario stupire a tutti i costi, né cercare facili effetti speciali, che a volte nascondono mediocrità e tecnica incerta.
Dalla vostra Lucymusic