E’ un vero peccato che l’informazione televisiva delle cose più importanti venga sempre offerta nella seconda serata o addirittura con inizio a mezzanotte., come avvenne,qualche tempo fa, per una’ampia documentazione sul segnale 5G, che, in Italia iniziava a trasmettere a Torino nel 2019, con indiscutibili vantaggi, campi di azione, attivazione delle “app” più avveniristiche, fruibili a distanza in tutti i settori, ma anche con i molteplici effetti collaterali, che poi l’informazione si curò ben presto di sdrammatizzare per l’ indubbia positività del rapporto costi/benefici.
In qualche modo tutto ciò è da considerare un “pronto soccorso” al pianeta, derubato di tutte le risorse del suolo e del sottosuolo, avvelenato dalle emissioni venefiche conseguenti alla produzione di energia, privato dei suoi polmoni ovvero le foreste pluviali, distrutte in buona parte, ed i Poli che stanno tornando ad essere acqua.
Sarebbe più esatto dire che tale “pronto soccorso” l’uomo lo sta portando a se stesso per l’urgente necessità di riavere un po’ di tutto ciò che ha distrutto, poiché Il pianeta in sé, abituato agli sconvolgimenti più totali, se ne infischierebbe altamente.
Ma ora, relativamente al digitale, ci dettaglieremo su un argomento più specifico e cioè sulle possibilità che esso offre alla produzione agricola. Riporteremo notizie prelevate da uno “Speciale Tg1” andato in onda il 31 maggio u.s. in seconda serata, durante il quale è stata data voce, oltreché che a specialisti della digitalizzazione, anche a tecnici dell’ agrobiologia, ad economisti nonchè al presidente della Confcommercio che, pur rappresentando l’interesse della categoria, non può tralasciare quello dei lavoratori.
A Milano è già in opera una vera “fattoria verticale” dove viene usato circa il 98% in meno del quantitativo d’acqua richiesto per l’ agricoltura tradizionale e dove il raccolto avviene 22 volte l’anno attraverso semi non trattati chimicamente.
Esiste un “database” cui le aziende si rivolgono per chiedere tecnologie adatte alle proprie realtà geografiche. Sul “web” si trovano tutorial abbastanza chiari per l’utilizzo delle varie “app”.
Spesso sono gli stessi Enti Locali che si allacciano ai programmi del “database” per poi ridistriburli ai vari utenti. Le PP.AA. agiranno con particolare riguardo alle aziende piccole, o geograficamente svantaggiate, come quelle di montagna, affinchè anche loro traggano proporzionale vantaggio dalle nuove tecnologie.
Tutto questo aumenta la competitività del “made in Italy” con riduzione dei costi e garanzia della redditività dei prodotti, alza la sostenibilità ambientale producendo molto di più con molto meno risorse e garantendo la sicurezza dei risultati.
Nuove molecole più efficaci e positive per l’ambiente sono continuamente allo studio. Si lavora con tecniche per la salvaguardia della salute delle piante attraverso sensori che avvertono di carenze nutritive. Se del caso, saranno attivati convogliatori di aria più calda, prelevata da zone superiori dell’atmosfera, sospinta verso il suolo coltivato evitando i danni del freddo. L’irrigazione è ottimizzata mediante sonde e studio di algoritmi.
Saranno dei “droni”,dall’alto, ad individuare i bisogni della coltura e ad avvertire i meccanismi-robot, a terra, affinchè eseguano le loro indicazioni.
L’intelligenza artificiale si occupa, in sostanza, di tutto il processo dalla semina al raccolto.
L’Italia, in tutto ciò, è considerata “leader” ed è dentro un progetto europeo che si prefigge comportamenti di rigida etica e sicurezza nell’intensificazione di prodotti vitali per la popolazione mondiale in continua crescita per evitare il collasso delle acque e conseguentemente delle risorse alimentari.
La tecnologia cerca di prevedere, sopperire e restituire, ottimizzate, quelle informazioni morfologiche che già esistevano nel passato e davano comunque una guida di massima.
In grado di prevedere e prevenire situazioni impreviste, la digitalizzazione fornisce tutto ciò che alle aziende occorre, attraverso notizie meteo, fitosanitarie, di mercato nonché apportando la necessaria assistenza tecnica per l’utilizzo delle applicazioni caricate sulla piattaforma comune.
Personalmente, non mi è sembrato irrilevante prendere atto di tutto ciò. Ne ho, peraltro, ricevuto un ulteriore, notevole sprone a collaborare, come individuo, ad ogni forma di risparmio energetico, correggendo, almeno, talune inveterate abitudini che, quasi inavvertitamente, sprecano risorse senza motivo né utilità.