Film di Chloé Zhao, con Frances Mc Dormand
Non è un classico road movie, come se ne vedevano negli anni 70, con i paesaggi western della Monument Valley a fare da cornice, o la mitica Route 66 ad indicare il percorso verso l’avventura, no, è la storia quotidiana di Fern, una donna di mezza età che, perduto il marito e chiuso col lavoro, decide di vivere in libertà, dentro un furgone vecchiotto e un po’ malandato, che lei ha restaurato con impegno e passione.
E’ un modo di vivere che a noi risulta difficile da capire, non è nella nostra cultura e nemmeno abbiamo le grandi dimensioni di un’America vasta ed accogliente, dove non è un problema dormire sui terreni federali, nei campi caravan, cercare lavori stagionali, seppur faticosi e sottopagati.
Certo, queste realtà sono comunque il segno che la società non funziona, perché se ti va male resti tagliato fuori dal processo economico, destinato a fare una vita grama e seminata di ostacoli e umiliazioni.
E allora, meglio imparare a cambiare una ruota, lavorare in Amazon per un po’, mangiare zuppe in scatola ed avere per amici dei nomadi come te, che però non ti giudicano, che cercano, se possono, di aiutarti, ma solo se lo vuoi, solo per un po’, e poi via, di nuovo in giro, e chissà domani dove si potrà arrivare ….
Questa è la scelta di Fern, ma non è una lite col mondo, anzi, lei mantiene i contatti con la sorella, va a trovare Dave, un vecchio nomade come lei, che però si è fermato e la vorrebbe con sé … ma ormai il demone della libertà, e, se vogliamo, della serena solitudine è entrato in lei e la porterà, finché le forze glielo permetteranno, chissà dove.
Il film è molto bello proprio per questa pacata fermezza della protagonista, che non si lascia abbattere dalle circostanze, ed ha capito che la sua vita ormai è la strada, nella contemplazione della natura e delle stagioni.
E’ anche un film sul declino della classe media nelle società capitalistiche, con conseguente aumento, almeno in America, del nomadismo, non più praticato, come dicevo, da giovani contestatori, ma da gente anziana con pensioni insufficienti, che si adatta volentieri a cogliere lamponi o mele, a imballare merci, e a farsi la doccia nei bagni pubblici.
Sempre meglio che restare svegli la notte perché non si hanno i soldi per l’affitto.