L’International Council of Nurses ha scelto il 12 maggio come Giornata internazionale dell’infermiere, perchè il 12 maggio 1820 è nata, a Firenze, Florence Nightingale: donna coraggiosa e instancabile, è riuscita, in un’epoca in cui le donne erano considerate solo per essere osservate e non ascoltate, ad imporsi su medici, militari e politici inventando le infermiere e trasformando radicalmente la società.
Florence appartiene ad una famiglia della ricca e colta borghesia inglese – il padre è un eminente epidemiologo – che dà alle proprie figlie, Parthenope e Florence, il nome delle città in cui sono venute alla luce durante un Grand Tour in Italia. Dopo un lungo periodo trascorso nel Bel Paese, fanno ritorno in Inghilterra; l’infanzia e l’adolescenza delle due ragazze trascorrono secondo i dettami dell’età vittoriana, fra studi classici, balli, intensa vita sociale, apprendimento delle buone maniere. Ma a diciassette anni Florence inizia a ‘sentire’ di voler dedicare la propria vita all’aiuto del prossimo, rifiuta una sfilza di ‘buoni partiti’ e decide di diventare infermiera. Nonostante l’opposizione dei suoi, che considerano le infermiere alla stregua di vivandiere spesso con una cattiva reputazione, la giovane Nightingale si iscrive alla Scuola infermiere del Lutheran Hospital di Kaiserwert, vicino a Dusseldorf in Germania.
A contatto con la realtà sanitaria tedesca, già da allora di alto livello, nota subito le carenze del sistema sanitario inglese e, tornata in patria, partecipa alla grande riforma delle leggi per i poveri, stringendo amicizie e stabilendo contatti a livello politico e sociale con l’allora ministro della guerra Sydney Herbert. Allo scoppio della guerra di Crimea, ottiene da questi l’autorizzazione a partire con trentaquattro infermiere, appartenenti a vari ordini religiosi ,alla volta di Scutari, a cinquecento chilometri da Balaklava.
L’ospedale dove si accingono a prestare servizio si erge sopra un’ enorme cloaca che inquina l’acqua destinata ai malati; i soldati feriti giacciono in un sudiciume inimmaginabile, fra ratti e scarafaggi e spesso il decesso di molti avviene per tifo o per colera piuttosto che per le ferite riportate. Col proprio staff Florence inizia a modificare il sistema di assistenza offrendo maggiore attenzione agli infermieri e ribaltando spesso il protocollo.
Viene vista anche di notte in giro da sola, con una piccola lampada in mano, mentre fa la sua ronda solitaria, guadagnandosi così il soprannome di ‘signora con la lampada’; sarà il poeta americano Hemy Longfellow ad esaltare il soprannome nel componimento ‘Santa Filomena’: Guarda in quella casa della sofferenza/ vedo una signora con la lampada/ che passa veloce in una luce incerta/ da una stanza all’altra.
La lunga esperienza in Crimea consente alla giovane infermiera di definire una vera e propria teoria dell’ assistenza infermieristica. Sia in guerra sia in pace alcuni elementi sono da considerarsi fondamentali: aria pulita, acqua potabile, qualità del cibo e accurata pulizia; Florence redige anche le sue Notes on Nursing, opera considerata ancora oggi una pietra miliare e un best seller sull’argomento. Tornata a Londra ‘l’angelo dei malati’ si dedica al progetto per la costituzione di un ‘gabinetto informale della sanità’ e, grazie alle sue abilità in matematica e statistica, elabora dei grafici ‘a torta’ particolarmente avveniristici per lo studio della situazione sanitaria di una determinata popolazione.
Nonostante l’energia di cui ha dato prova, torna dalla Turchia ammalata, forse per aver contratto al brucellosi ma pur con la salute cagionevole, continuerà a seguire e consigliare giovani determinate a seguire le sue orme. Grazie a un generoso lascito di suo padre, riesce a istituire una Scuola per infermiere presso il St. Thomas Hospital a Londra e offre i suoi consigli e la sua esperienza alla Commissione Sanitaria degli Stati Uniti durante la guerra civile.
Il ruolo delle infermiere non è più di secondo piano ed è cresciuto in importanza e autorevolezza. Florence Nightingale si spegne nell’agosto del 1910, dopo il rifiuto della famiglia alla tumulazione nell’Abbazia di Westminster, viene sepolta ad East Wellow, nell’Hampshire. A Firenze, sua città natale, un monumento la commemora nella Basilica di Santa Croce.