Nei giorni scorsi ha tenuto banco l’inqualificabile serie di ingiurie che, in diretta radiofonica, Giovanni Gozzini, professore universitario a Siena, ha sciorinato nei confronti della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Perfino l’immoto Presidente della Repubblica ha telefonato all’onorevole per esprimerle la sua solidarietà. Non è stato un atteggiamento molto elegante da parte di un professore di Università il cui compito dovrebbe essere quello di insegnare e trasmettere buoni comportamenti ai giovani né mi commuove la sospensione di tre mesi, con perdita dello stipendio, comminatagli dall’Università né suonano sentite le sue scuse. Spalleggiato da due soci sostenitori , l’esimio Gozzini ha detto testualmente: (la presidente di Fratelli d’Italia, Meloni)“… Questa pesciaiola! Mi dispiace offendere questi negozianti. Non posso vedere in Parlamento gente simile, di un’ignoranza di tale livello, che non ha mai letto con ogni evidenza un libro in vita sua e che poi possa, questa gente, rivolgersi da pari a pari a un uomo come Mario Draghi.” Lo interrompono i suoi soci chiedendo scusa agli ortolani e ai pesciaioli per l’accostamento e l’esimio chiede loro “ datemi dei termini , rana dalla bocca larga, una vacca, una scrofa, cosa devo dire, per stigmatizzare il livello di ignoranza e di presunzione.” Gli suggeriscono ‘peracottara’ e l’esimio conclude ‘ peracottara, forse’.
Ho voluto riportare l’intervento per intero perché, nel dibattito pubblico, l’episodio è stato immediatamente incasellato nella categoria “sessismo” e come tale è stato stigmatizzato universalmente. Analizzando il testo intravedo, invece atteggiamenti di pensiero che vanno oltre il ‘sessismo’. Secondo me le espressioni volgari e ingiuriose evidenziano, piuttosto, un profondo disagio culturale che si evince da quella ‘ possibilità di rivolgersi da pari a pari a un uomo come Mario Draghi!’, dando arbitrariamente per certa e scontata ‘un’ ignoranza di tale livello’. L’esimio Gozzini , avendo probabilmente letto intere collane di libri, ha nutrito nel tempo una visione del mondo, diviso tra superiori e inferiori, per lui giusta e a senso unico ovviamente, e non è in grado di comprendere che il mondo è anche altro, che la società prevede visioni diverse e in contrasto con la sua meravigliosa unicità. La reazione del professore è la reazione di un fedele di fronte a un atto di empietà: solo determinate persone, che credono nella meravigliosa unicità del pensiero, possono avvicinare il manovratore, tutti gli altri, specie se la pensano in modo totalmente diverso, se sono pesciaioli o poveri ortolani devono essere insultati, ingiuriati e spazzati via, ridotti al silenzio se non si può ricondurli sulla retta via, quella sua, quella del Bene … Tutto il resto è Male!
E’ toccato alla Meloni, donna, capo del partito del Male opposto a quello del Bene, prendersi la gragnuòla di epiteti dal raffinato intellettuale ma non è ‘sessismo’: avrebbe potuto esserci chiunque al posto della Meloni anche perché l’esimio sottolinea che il presunto ignorante, il pesciaiolo e l’ortolano non possono permettersi di criticare o di voler parlare con l’espressione della classe colta, della finanza internazionale, di quella intellighenzia egemone che mal sopporta le regole basilari della democrazia e tende anzi a conculcarle con l’imposizione della sua visione unica e meravigliosa . L’esimio Gozzini, sacerdote della cultura egemone, del culto progressista dimentica il principio fondamentale della democrazia che prevede pluralità di pensiero, di espressione e di visioni ( per fortuna) e vuole annullare, col suo attacco ad una leader che ha idee diverse, quella contrapposizione che è il sale stesso della democrazia. Seduto sulle sue pile di libri guarda dall’alto la realtà ma accecato dalla spocchia non riesce a vederla com’è né la comprende nella sua poliedricità, perché ad essa applica i suoi schemi meravigliosi e unici.
La Meloni, o chi per lei, che è criticabile, che ha idee magari non condivisibili, non può secondo l’esimio neppure accedere al livello della critica non può e non deve neppure osare: “rivolgersi da pari a pari a uno come Mario Draghi”. L’esimio, che dovrebbe educare i giovani studenti ad esercitare e affinare la capacità critica nel rispetto delle differenze, penso che ignori totalmente il rispetto stesso verso gli ‘ altri da sé e dai suoi accoliti’ . Egli ha manifestato l’incapacità eil rifiuto della cultura egemone di dar conto della realtà storica, delle esigenze umane, dei bisogni, dei disagi diffusi, della rabbia: tutte cose che possono sfociare in forme politiche differenti, adeguate o inadeguate, ma che egli riduce a semplice frutto di ‘ignoranza’. E l’esimio progressista non si è reso conto che l’ignoranza, presente ovunque e spessissimo davvero deleteria, può prosperare senza argini di fronte alla chiara dimostrazione di inutilità di un ‘sapere’ fine a se stesso, chiuso in schemi precostituiti e rigidi, che si trasforma in espressioni di stizzito disgusto e di violenta denigrazione dell’avversario/a.