“Sono uno scrittore con un passato da spia e non una spia che ha scelto di dedicarsi alla narrativa”. Così John Le Carré in Tiro al piccione, un memoir di uno degli autori britannici del ‘900 più noti al mondo, spentosi il 12 dicembre 2020 a Truro, in Cornovaglia.
David Johon Moore Cornwell, meglio noto con lo pseudonimo Joh Le Carré, è stato agente dell’Intelligence Service e è autore di molti tra i più venduti romanzi di spionaggio. Nato nel Dorset nel 1931, ebbe un’infanzia devastata da un difficilissimo rapporto con entrambi i genitori. Il padre, come lo stesso scrittore affermò in una intervista, ” era un avanzo di galera con il vizio di sognare troppo in grande“. Era un uomo violento che picchiava regolarmente la moglie e , a volte, anche lui. Spesso il giovane David riceveva dal genitore telefonate con richiesta di soldi dalle prigioni dove era detenuto. Il trauma più grande fu, però, l’abbandono da parte della madre quando aveva poco piùdi cinque anni; il suo affetto si riversò sul fratello Ronnie ma la carenza di affetto influenzò inevitabilmente alcuni componimenti da adulto nella vita privata. Riuscì comunque brillantemente negli studi; dopo aver conseguito la laurea in letteratura tedesca, insegnò per qualche tempo a Eton ma, attratto dalla carriera diplomatica, divenne presto funzionario del Foreign Office e fu inviato come secondo segretario presso l’ambasciata britrannica a Bonn e, successivamente, al Consolato di Amburgo. Ancora a Londra, mentre stilava i rapporti per i superiori, iniziò a comporre le storie che lo avrebbero reso celebre, firmando con un nome di fantasia perché era vietato agli agenti pubblicare libri. Il successo arrivò nel 1963 con La spia che venne dal freddo la cui trama riguarda l’operazione Circus ( così l’autore chiama i servizi segreti britannici) nella quale morirono due agenti nel tentativo di scavalcare il muro di Berlino. Due anni dopo, sarà la trasposizione cinematografica a consolidare il successo del libro: nel cast compaiono Richard Burton e Rupert Davis nella parte di Smiley. Inizialmente personaggio secondario, Smiley cresce nei successivi libri , L’onorevole scolaro e La talpa, seguiti anch’essi da film di successo (Alec Guinnes e Gary Oldman come interpreti). Dopo Tutti gli uomini di Smiley del personaggio si perdono le tracce nei libri di Le Carré, finché non ricompare in Il visitatore segreto del 1990.
Il crollo del muro di Berlino e la fine dell’URSS misero un po’ in crisi il genere letterariio ma non costituirono un problema per Le Carré. Con Il sarto di Panama(1996) e Il giardiniere tenace (2001) , è tornato al successo denunciando ben altri problemi. Nel suo memoir afferma”…alcune realtà suscitano in me rabbia e impazienza…Avevamo combattuto gli eccessi e gli orrori del comunismo e abbiamo mancato di combattere gli eccessi del capitalismo…La globalizzazione ha favorito alcune forze opache, che si sottraggono al controllodegli Stati nazionali”.
Il critico e saggista Mishaglemy ha affermato che ” a differenza di Fleming, Le Carré non deve ricorrere all’iperbole per rivelare i meccanismi del sottobosco ed è, forse, lo scrittore che conosce meglio quello che succede dietro le quinte della politica della forza e dell’oligarchia globale”Grazie al suo stile asciutto e nitido e a racconti avvincenti, Le Carré può essere considerato un maestro della narrativa contemporanea; la sua eccellente qualità letterario e la coerente passione civile ne fanno uno dei più importanti romanzieri inglesi della seconda metà del ‘900 e dell’inizio del nuovo secolo.